Una nuova biografia è alle stampe.
In realtà si tratta della primissima biografia che ho scritto, alla quale ne sono seguite altre due: “Pane e America” e “Dammi un aeroplano e un tifone” la storia di un comandante di aerei che ho terminato di scrivere ma non è ancora stata pubblicata.
“Una vita tra sogno e realtà” è però, quella decisiva e fondamentale, alla quale devo l’avermi permesso di aprire una nuova strada nella vita della mia scrittura.
Una scrittura frutto di incontro, ma ognuna lo è, soltanto che questa, mi ha concesso e mi concede, un incontro ripetuto nel tempo e una conoscenza che travalica i limiti dell’ordinario andando oltre e scavando a fondo tanto, da permettere di scoprire qualcosa di inconsueto a colui che racconta e a colei che scrive.
Mi vengono i brividi nello scoprire fra i numerosissimi libri della folta biblioteca di mio nonno Walter, quella dove ho trascorso interi e interminabili pomeriggi durante la mia infanzia, divertendomi a battere a macchina e a scovare libri sempre nuovi, una collana di Biografie intitolata: I contemporanei, diretta da Enzo Biagi. Alludendo a personaggi che hanno contribuito con il loro lavoro ma soprattutto con la loro personalità, a scrivere la nostra storia e mi piace scorrerne i nomi divenuti titoli: Brecht, Badoglio, De Gasperi, Pancho Villa, Camus, Einstein, Mao Tse-Tung….. ed è bello però scoprire che, nella realtà contemporanea, nella mia, nella nostra, ce ne sono altrettante di vite importanti ma, tutte le nostre vite in realtà lo sono.
E io, se potessi, mi soffermerei e ascolterei la vita di ognuno che incontro e porrei domande su domande come mio solito, per sapere ancora e ancora. Alternando silenzi lunghissimi, che hanno il sapore del ritmo lento delle onde del mare, ripetute e innumerevoli, in movimento, eppure apparentemente ferme; a una domanda dopo l’altra per aiutare a sciogliere la matassa aggrovigliata del passato di ognuno. Affinché ogni avvenimento abbia un suo ordine, un suo meritato riconoscimento e giunga a rivitalizzare le vite dandogli un senso che era sfuggito; una lettura che consente di oltrepassare il tempo e lo spazio restando memorabilmente eterna come colui che nel libro la racconta. Del quale sposo la voce, la faccio mia fino a divenire capo di quel filo che conduce e racconta e inventa affinché, l’immaginario si mischi alla realtà e la fantasia appaia a creare un’opera cui affidarsi con stupore.
L’attenta ricamatrice che tesse scegliendo i colori, armonizzandoli insieme, quali avvenimenti unici e irripetibili che si susseguono alla lettura di un instancabile lettore che si mostri avido di abbandonarsi al viaggio, sulle ali di innunerevoli pagine.
Perché è da un incontro che schiocca la miccia e permette alla vita di ardere più fervida che mai.
Perché: “Non voglio che mi riabiliti. Solo che mi rendi interessante” ebbe a dire Philip Roth a Blake Bailey, il suo biografo; e ancora perché, per dirla alla Giovannino Guareschi, “Chi non trova un biografo, deve inventare la sua vita da solo”.
E gli Atemporali, resteranno imperituri oltre le rovine del tempo, a preservare una memoria così fondamentale per progredire?
Rossella Pompeo